
Abitare tra le scenografie barocche del Theatrum Sabaudiae
Se chiudete gli occhi e pensate a Torino, sono certa che una delle immagini-cartolina che appariranno nella vostra mente sarà una veduta di Piazza Castello e dei suoi molteplici affacci: Palazzo Reale, Palazzo Madama, Via Po che accompagna in Piazza Vittorio e poi alla Gran Madre, via Garibaldi, l’imponente via Roma aperta sulla celebre Piazza San Carlo, con Porta Nuova piccola sullo sfondo.
Ed è al centro di questo contesto, nella Torino elegantemente barocca che tutti conosciamo che svetta la Torre Littoria, uno dei simboli urbani del capoluogo subalpino costruita nel 1934 su progetto dell’architetto Armando Melis e dell’ingegnere Giovanni Bernocco per ospitare uffici e residenze di prestigio per la Società Reale Mutua Assicurazioni. E’ innegabile, la Torre divide i Torinesi piace/non piace e l’unica cosa che mette d’accordo tutti, è la vista mozzafiato da qui, ogni affaccio è una cartolina, noi abituati a viste di una città con case mediamente di 5 piani, da qui si vede tutto, anzi si domina tutto, dal sorgere del sole dietro Superga ai tramonti rosso fuoco direzione Monviso. Ognuno di noi (io sono torinese ecco e mi sono sempre interrogata sul “chissà”), ha sempre avuto la curiosità di sapere “chissà come sono lì dentro”, emozionata e felice di potervi portare a fare un giro e curiosare “come si sta in-sta-torre”!
Con i suoi 87 metri di altezza per 19 piani, la torre è un’icona dell’architettura razionalista, intrisa di richiami all’espressionismo tedesco. Nel 2017 si doveva intervenire per ristrutturare alcune abitazioni e Reale ha fatto una scelta molto coraggiosa, quella di scegliere un progetto assolutamente fuori dal comune, per certi versi estremo rispetto ad un mercato molto tradizionale dove l’accento è stato messo più sulla teatralità e sul rendere una casa un palcoscenico di opere d’arte e bellezza, che non sulla tradizionale commerciabilità del bene.
Insomma ci hanno letteralmente piacevolmente stupiti con questa scelta!
Vince l’Architetto Benedetto Camerana (Camerana&Partners) che ha così firmato una serie di appartamenti per la collezione Prestige di Reale Immobili, dove ha potuto esprimersi al meglio e in cui la veduta sulle architetture barocche della città diventa protagonista attraverso un gioco di vetrate e superfici riflettenti.
Facciamo un passo indietro, quando Camerana nel 2003 al piano 13 della torre, ristruttura quella che poi diventerà la sua abitazione studio, uno degli appartamenti più all’avanguardia e tecnologico, una sorta di sperimentazione di uno spazio un pò estremo che conterrà già i semi da cui partirà per la progettazione del piano 18.
Possiamo quindi parlare di una sorta di evoluzione di un progetto nato da quello per sè.
I temi che ispirano il progetto di Camerana sono quindi la rielaborazione dei concetti che lo avevano già ispirato e, come ha dichiarato lui stesso: “tra le suggestioni alla base del progetto ci sono molte memorie personali, come il primo volo in aereo, a New York, con l’atterraggio su Torino proprio sopra piazza Castello, le modernità del Jumbo jet, con la scala elicoidale interna e le superfici in poliestere, e le sinuosità di Saarinen all’arrivo al terminal TWA, ma soprattutto le impronte progettuali del passato e le visioni del Theatrum Sabaudiae, un progetto di marketing urbano antelitteram voluto da Carlo Emanuele II di Savoia nel 1682 e stampato ad Amsterdam per presentare alle Corti Europee la città di Torino in 145 vedute a volo d’uccello”.
Nell’intervento di restyling, gli spazi originari si aprono in maniera teatrale per valorizzare l’affaccio sulla città, portando all’interno degli appartamenti il paesaggio attraverso l’utilizzo di superfici vetrate e riflettenti, moltiplicate dall’eliminazione delle pareti interne e l’apertura di una grande zona giorno open space. Gli interni, equilibrati, trovano il proprio apice scenico nella bolla vetrata della cucina, epicentro funzionale e scenografico intorno al quale ruota la zona giorno, un vero e proprio allestimento per lo showcooking e la teatralizzazione del rapporto tra chi invita e gli ospiti.
Per le partizioni opache è stata invece scelta la neutralità del grigio, scuro per i soffitti e chiaro per le pareti, in grado di restituire le variazioni cromatiche e luministiche del cielo e fungere da sfondo per la successione di finestre-quadro sulla città.
Il lusso degli appartamenti cresce man mano che si sale nei piani, per raggiungere il proprio apice ai piani 14, 15 e 18, tutti dotati di vista panoramica, bolla cucina vetrata e studiati nei minimi dettagli: dalla dotazione impiantistica di altissimo livello agli arredi su misura e rivestimenti realizzati ad hoc per ottimizzare e valorizzare al massimo gli spazi dei diversi ambienti, coinvolgendo artigiani del territorio e affermate aziende italiane, tra cui Cogno, Garofoli, Graniti Fiandre, Mcd, Miserere, Rostagno e la torinese Ilti Luce, Fontanot e Irinox.
Se volete curiosare anche voi all’interno di questi spazi prestigiosi, lasciatevi accompagnare dalle fotografie nella narrazione di questo intervento esclusivo, come in un gioco caleidoscopico di immagini tra il barocco torinese e l’eleganza contemporanea…
Photo© Marco Schiavone
Photo© Fabio Oggero
Tra i fornitori:
Pozzebon (general contractor – edili)
Fontanot (scale interne)
Cogno Arredamenti (mobili su misura e a disegno)
MCD (arredi standard a catalogo)
Ilti (illuminazione)
GranitiFiandre (rivestimenti)
Irinox (abbattitore e cantina vini)
Garofoli (porte)
Miserere (cucine su misura)
Rostagno (arredi e tappezzerie a disegno)
Emanuela
Stupenda!