SUPERIORE

Come affrontare i rosiconi

Come affrontare i rosiconi

Ciao amici, dai su parliamo di loro. “i Rosiconi”, quelli che sono sempre lì a fare il commentino negativino, magari vero, ma poco utile e rilevante. Quelli che non riescono a dire bravo, che bello e a sorridere un po’ per te. Sono molti, sono intorno a noi, persone che sanno sempre tutto un po’ più di te, si occupano sempre di tutto un po’ più di te e seguono l’onda della critica. Parlo di critica negativa, non costruttiva. Critica fine a sé stessa. Come diremmo noi psico persone non risolte e con un’alta carica di rabbia.
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Vi faccio un esempio.

Mi sono fatta da sola i biglietti da visita, premetto che la grafica non è il mio forte e che mi occupo di altro. Mi sono trasferita in un nuovo studio in tempi molto veloci e mi sono concentrata di più sugli aspetti che mi piacevano e che ritenevo più importanti: i colori, gli arredi, i profumi, le luci e ovviamente la macchinetta del caffè.

Mi sono dimenticata i biglietti da visita. So che sono importanti, si usa anche dire “come ti presenti è un buon biglietto da visita” quindi LO SO, ma non me ne sono occupata! BOM è andata così. Ho aperto a sera inoltrata e stravolta un sito fai da te e ho scritto nome, cognome, professione, indirizzo e numero di telefono dentro gli ingombri del basico biglietto bianco rettangolare e mi sono sentita anche bravissima. La resa è stata bruttina, devo ammettere, e ho anche fatto un errore di ortografia che mi ha visto passare 3 ore con il bianchetto in mano per cercare, male, di correggerlo.

Perdonate la premessa, ma era fondamentale per spiegare l’essenza del Rosicone.

Ad un certo punto lui arriva in studio. Vede tutto, luci, colori, profumi, arredi e anche la macchinetta del caffè di cui usufruisce con evidente piacere testimoniato senza filtri dalla mimica facciale, ma cosa dice per prima cosa?! Cosa dice?!

“Menomale che non hai fatto la grafica nella vita!”

No ma io dico, tra tutto quello che potevi notare prima, come mai tra il tutto vedi il niente? Come mai tra tutte le cose che potresti dire prima, scegli di dire la cosa più inutile e fastidiosa? Che poi si sa che la prima cosa detta rimane di più, si sa che condiziona gran parte dell’esperienza di quel momento. Niente, non riescono! devono dare un po’ fastidio, devono farti notare la macchia sulla camicia, devono dire che ti vedono un po’ stanca e che si stava meglio quando si stava peggio. Voi penserete, magari non gli piaceva lo studio, ma allora dillo! Quello almeno sarebbe stato utile e costruttivo. Ma il Rosicone di solito non è coraggioso, non si espone chiaramente, non da l’opinione sull’argomento macro, lui critica la cosina che ti punge ma non fa male, la micro, quella piccina picciò (come la casettina della filastrocca) che non puoi replicare perché rischi di passare per permalosetto.

Cosa si deve fare? Lasciar correre, OMMMMMMMM, rendersi più impermeabili possibili ricentrando l’attenzione e l’orecchio delle nostre emozioni, l’orecchio della pancia, su di noi. Sentire le parole del Rosicone immaginandole con un sottofondo musicale simpatico come il minuetto. Godersi il bello che siamo, cambiando quello che possiamo, ma rimanendo consapevoli delle nostre scelte e delle nostre risorse e non permettere a chiunque di farci vacillare. Sapere che sbaglieremo, sbaglieremo e sbaglieremo ancora, ma che c’è tanto che facciamo bene e che proprio grazie alla capacità di sintonizzarsi su quel tanto che potremmo correggere davvero i nostri sbagli.

Prendere l’utile e lasciare l’inutile, il superfluo scomodo, e magari tornare a casa con un bel mazzo di fiori di campo, che loro si che sono gentili.

Alla prossima.

Giorgia Pistono, psicologa psicoterapeuta. Vive a Torino, ha tre figli e un cane di nome Lola. Lavora da anni in un piccolo studio nel cuore della città accogliendo persone che stanno passando piccoli o grandi momenti di vita un po’ più difficili. Tra gli aspetti che nel corso del tempo ha imparato a esplorare in terapia sicuramente uno dei più importanti è a casa e di come lo studio dell’ambiente che ci costruiamo intorno e che ci accoglie tutti i giorni sia un passo importante per capire chi siamo e le risorse che abbiamo per migliorare le nostre giornate. Anche da li può iniziare il primo passo verso la serenità

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