
QUANDO UN CORSO DI CUCINA È MEGLIO DELLO XANAX
Una mattina di dieci giorni fa mi sono svegliata e ho trovato sul telefono questo messaggio: “Oggi ottimo risveglio: Kitchen&Fun batte Xanax 3-0!”
E allora ho capito che ero uscita dall’angolo morto, nella vela si dice quando la barca finisce esattamente con la prua contro il vento che non riesce più a gonfiarle le vele e si resta fermi in mezzo al mare. Quando finisci nell’angolo morto resti per un attimo incredulo, non te ne capaciti, spesso ti arrabbi perché stavi andando così bene, una bella bolina stretta… troppo stretta. Kitchen&Fun a febbraio aveva appena festeggiato il suo decimo compleanno e stava navigando di bolina stretta, tagliava il vento che era una meraviglia e poi, un po’ come tutti noi, è finito nell’angolo morto. Kitchen&Fun è un po’ una scuola di cucina, un po’ una festa, un po’ una cena, è soprattutto un luogo di incontro e di occasioni, proprio come questo blog. Ogni appuntamento è una storia a sé fatta di un equipaggio ogni volta diverso, che naviga insieme per una sera, impegnato in una piccola traversata ai fornelli, dall’aperitivo fino alla linea del traguardo intorno alla tavola, dove si cena con ciò che si è cucinato insieme. Naturalmente, come si è capito, io sono il comandante di questa barchetta e a marzo ho dovuto far scendere tutti e terra per metterli in sicurezza, poi per ultima sono scesa anch’io e non ero ancora tornata a bordo… fino a dieci giorni fa.
Per riprendere una buona bolina bisogna cercare il compromesso tra la rotta e la velocità, e Kitchen&Fun per ricominciare di compromessi doveva farne parecchi. Serviva molta immaginazione per dare una nuova vita a una cena cucinata con 20 mani che insieme impastano, tritano, mescolano, e con dieci bocche che ridono, bevono, mangiano e parlano insieme. E allora si poteva attendere che si riallineassero i pianeti e ci fossero di nuovo le condizioni per impastarsi e mescolarsi insieme in una sola cucina senza essersi mai visti prima. Si poteva aspettare come un surfista aspetta l’onda perfetta, ma poi si sarebbe corso il rischio di passare tutta la vita a scegliere la tovaglia migliore senza apparecchiare mai la tavola… dimenticando che tra la partenza e l’arrivo c’è tutto il resto, e tutto il resto è tempo. E allora Kitchen&Fun ha arredato e inaugurato la sua cucina su Zoom, una cucina fatta di cucine e di persone.
Ho, anzi abbiamo ricominciato da tre, con tre appuntamenti per tre settimane per dieci persone, mi piaceva l’idea di un gruppo grande q.b. perché avesse il tempo di conoscersi e affacciarsi o intervenire durante la lezione, ogni volta che lo desiderava. Ho inviato la mail alla community che da anni cucina con me e il secondo dopo averlo fatto… panico: “Mi scriverà almeno una persona o questa voglia di buttarsi in un Kitchen&Fun online ho sperato solo io che ci fosse?”. Un po’ alla volta la casella della posta in arrivo si è riempita, ricominciare da tre non è bastato e ho messo in tavola subito il bis, e quando a una cuoca chiedono il bis le si scioglie il cuore come fosse di panna. E così, questi primi dieci giorni, da quando abbiamo ricominciato sono stati pieni di ricette, di racconti, di uova e di farina, di cavolo nero e di zucca e della voglia di costruire ricordi nuovi, esperienze, incontri, parole. Da Brindisi alla Costa Azzurra, da Roma a Torino, dalla Sicilia a Milano fino in Romagna siamo approdati tutti su Kitchen&Fun che da barca è diventata un’isola per tutto il tempo che servirà, e un viaggio su un’isola è meglio di qualunque Xanax.
Vi lascio una ricetta che si fa in tre, un pesto di cavolo nero che è farcitura per dei crostoni di pane, condimento per una pasta veloce e ripieno dei cappelletti quando vi viene la voglia di un esercizio zen come fare la pasta fresca, vi assicuro che funziona.
- Il pesto è lo stesso per tutte e tre le ricette. Deve essere molto denso e cremoso per i crostoni e come ripieno dei cappelletti, un po’ più morbido e fluido invece per condire invece la pasta. Sarà sufficiente allungarlo con qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta per ottenere più morbidezza.
- Navigando sempre tra le verdure di stagione, sui crostoni e per condire la pasta, sarà ottima anche una variante a base di cime di rapa o broccoli al posto del cavolo nero. La versione con le cime di rapa è perfetta anche per farcire i tortelli, meglio evitare invece quella con i broccoli perché il ripieno risulterebbe troppo liquido.
- Quando fate un pesto a base di verdure (o erbe aromatiche), frutta secca e formaggio frullate prima insieme verdura e frutta secca e aggiungete solo dopo il formaggio quando i primi due ingredienti sono già amalgamati. Lavorare troppo a lungo il formaggio col frullatore lo riscalda e ne altera il gusto.
- Per mantenere il colore verde brillante delle verdure ci vuole sempre un pizzico di sale nell’acqua.
- Lo strato di pesto sul crostone deve essere alto, deve riempirvi la bocca di sapore. Conduco da anni una lotta personale contro chi stende un velo di farcitura sul pane, è un sacrilegio come un panzerotto al forno per un pugliese o una parmigiana con le melanzane alla griglia per un siciliano.
- Il pesto si conserva in frigo per 2-3 giorni coprendolo con un filo d’olio, oppure si può anche congelare.
- Cavolo nero e zucca potenziano il proprio gusto a vicenda, la dolcezza della zucca abbraccia la piccantezza naturale del cavolo nero, io ci vedo davvero una storia d’amore e di colore tra i due.
- Quando fate la pasta fresca siate rigorosi col peso della farina, 90 g per un uovo e non si sgarra! Vi tengo d’occhio! Ad aggiungere farina se l’impasto resta troppo bagnato si fa sempre in tempo.
- Lasciate sempre riposare l’impasto della pasta fresca almeno mezz’ora e ben sigillato, non deve seccarsi a contatto con l’aria. Sarà molto più facile tirare la sfoglia che risulterà elastica.
- Se siete ai primi esercizi zen con la pasta cominciate con uno o due uova al massimo di impasto, sfogline non si nasce ma si diventa!
PESTO DI CAVOLO NERO, MANDORLE E PECORINO
Ingredienti x 2
- 500 g di cavolo nero
- 1 spicchio d’aglio
- 50 gr di mandorle
- 50 gr di pecorino romano
Portate a ebollizione una pentola d’acqua. Nel frattempo eliminate i gambi più duri dalle foglie del cavolo e lavarle bene. Quando l’acqua bolla tuffare il cavolo nero e aggiungete un cucchiaino di sale grosso. Cuocete per 10 minuti, quindi scolate e tenete da parte un bicchiere di acqua di cottura del cavolo. Strizzate leggermente le foglie di cavolo e scaldate due cucchiai d’olio con uno spicchio d’aglio intero e schiacciato in una padella e far insaporire il cavolo per 5 minuti. Trasferite il cavolo nero in un frullatore insieme alle mandorle e frullateli insieme, se risulta troppo denso aggiungete un po’ di acqua di cottura, fatto questo aggiungete anche il pecorino e un po’ di pepe e continuate a frullare fino a che è cremoso. Assaggiate e regolate di sale. Tostate il pane nella padella in cui avete ripassato il cavolo nero e spalmatelo con un generosissimo strato di pesto. Decorate i crostoni con scaglie di mandorle e pecorino.
FUSILLI RUMMO CON PESTO DI CAVOLO NERO E BRUNOISE DI ZUCCA
Ingredienti x 2
- 150 g di pesto di cavolo nero
- 180 g di fusilli Rummo
- 100 g di zucca
Avendo già preparato il pesto questo piatto è un “salvacena” ideale. Vi consiglio di usare i fusilli che raccolgono divinamente il pesto, se poi scegliete quelli della Rummo vuol dire che ve ne intendete. Ho cominciato a mangiare la pasta Rummo per solidarietà, cinque anni fa dopo l’alluvione del Sannio, la storia di questo pastificio mi aveva colpito… Ora la mangio perché trovo che sia in assoluto una delle migliori in circolazione.
Mettete l’acqua sul fuoco, tagliate un paio di fettine di zucca a cubetti piccoli e saltateli a fuoco vivace in una padella con un cucchiaio d’olio e un pizzico di sale per 5 minuti. Teneteli da parte. Diluite il pesto con 3-4 cucchiai di acqua di cottura della pasta, scolatela al dente, conditela e cospargetela coi dadini di zucca saltati.
CAPPELLETTI RIPIENI DI PESTO DI CAVOLO NERO CON RIDUZIONE DI ZUCCA
Ingredienti x 2
- 2 uova
- 90 g di farina di semola di grano duro
- 90 g di farina di grano tenero tipo “00”
- 200 g di pesto di cavolo nero
- 150 g di zucca Delica o Violina arrosto (trovate il procedimento nel post precedente Cucinare In-sta-barca)
- 100 gr di zucca cruda
- 4-5 foglie di salvia
- 1/4 di cipolla
Il mio dna romagnolo mi ha regalato una vera e propria magnifica ossessione per la pasta fresca. Tirare la sfoglia e chiudere i cappelletti sono un esercizio zen, silenzio, concentrazione e il resto intorno scompare. Provate e raccontatemi che effetto fa a voi.
Per la sfoglia: mescolate le due farine, aggiungete un pizzico di sale, formate una fontana sul tagliere e rompete al centro le uova. Sbattetele con una forchetta e incorporando la farina partendo dai bordi. Quindi lavorate l’impasto con le mani fino a ottenere una palla omogenea e liscia. Mettetela in un recipiente e coprite con la pellicola, deve riposare per 30 minuti.
Tirate la sfoglia sottile, se potete col matterello, e ricavate dei dischi con un tagliapasta del diametro di 7-8 cm. Aiutandovi con una sac à poche in cui avrete messo il pesto di cavolo nero, mettetene una piccola noce al centro di ogni disco. Ripiegate ogni cappelletto a mezzaluna e unite le estremità come se la steste arrotolando intorno a un dito premendo bene perché la pasta aderisca e si chiuda ad anello.
Affettate un quarto di cipolla dorata e soffriggetela con un cucchiaio di olio, aggiungete 4-5 foglie di salvia e bagnate con un po’ di acqua calda per stufarla quindi eliminatela. Dopo 5 minuti aggiungete la zucca arrosto e coprite con acqua bollente. Fate cuocere e frullatela, quindi rimettetela sul fuoco per ottenere una riduzione per qualche minuto. Mondate la restante zucca e tagliatela a cubetti piccoli un centimetro, saltateli a fuoco vivace per 4-5 minuti in olio evo caldo e un pizzico di sale.
A questo punto portate a ebollizione una pentola d’acqua, salatela e cuocete i cappelletti, dopo che sono tornati a galla lasciateli ancora 1-2 minuti (dipende dallo spessore della vostra sfoglia). Scolateli e saltateli qualche secondo in una padella con un filo d’olio evo. Serviteli mettendo sul fondo del piatto 2-3 cucchiai di riduzione di zucca e decorando a pioggia con i cubetti di zucca.
fabio
eccheccavolo!! ?
complimenti Laura per la simpaticissima e doppiamente utile iniziativa.
Laura
Grazie Fabio! Se provi le ricette dimmi cosa ne pensi!
Chiara
Spettacolare! Lo proverò subitissimo!
Laura
Che bello Chiara sì!! Poi mi dici quale delle tre hai preferito.
Daniela
Complimenti bravissima Laura?
Laura
Ma che bello tutti questi complimenti, grazie!
Michela
Wow Laura! Le tue ricette un a garanzia… Sei insuperabile
LAURA
Grazie!! Quindi hai già provato il risotto di cui ho scritto nell’articolo precedente? Sono curiosa 😉
Luana
Non è solo cucinare insieme e anche un modo per sentirsi meno in trappola perché è bellissima l’idea di poter incontrare persone nuove senza timore. Ben fatto Laura e mamma mia che buoni i cappelletti : ) viva le donne che mai si arrendono e che trovano un’isola nuova dove approdare.
LAURA
Sì Luana, tutto verissimo! Il desiderio di incontrarsi e conoscere persone nuove per fortuna non si spegne! Sempre accesa come i miei fornelli!