SUPERIORE

FACCIAMO “COOKING OUT”

FACCIAMO “COOKING OUT”

Qualche giorno fa ho letto questa frase “Dicembre è il mese a più alto rischio infelicità. Dicembre ti dice di che di stoffa sei fatto”, e a quel punto ho pensato, inutile essere spavalde… Ancora ancora se fosse il dicembre di un anno qualunque, ma quest’anno è elevato quanto meno al quadrato se non al cubo, è un anno in cui pure i Grinch dal cuore “di due taglie troppo piccolo” avrebbero intonato Jingle Bells e tutti quelli che (come me) hanno sempre preso con scherno il Cinepanettone di turno, se solo si potesse, sarebbero già lì a far la coda per prendere il biglietto, perché pure quello sarebbe stato un conforto. Prevedibile e con le sue battute un po’ becere, il Cinepanettone riesce a far comunque scoppiare in una risata un sacco di gente all’unisono. E in questi mesi ci siamo ritrovati orfani di emozioni condivise che non possono essere sparite così di botto, devono essere andate da qualche parte… ma dove? Dove non siamo stati mai, nelle cose che non abbiamo mai fatto prima…

Ieri in questo caleidoscopio di regioni che continuano a cambiare colore sono riuscita ad andare al mare a camminare. Ho cominciato a camminare a marzo, non lo facevo prima se non con una “meta” da raggiungere. In questi mesi camminando ho consumato prima il perimetro del giardino e poi finalmente la spiaggia, e ho consumato scarpe, e ho consumato le piante dei piedi usate come suole fino a un mese fa, ma ora è dicembre, e visto che già si sa che è un mese ad alto rischio infelicità, anche i piedi freddi non me li meritavo, almeno quelli no. Ma ieri tutti quei chilometri di spiaggia non sono bastati a far bruciare la brace sotto la cenere, e così ho proseguito lungo il molo dei pescatori, altri tre chilometri che si srotolano in mezzo al mare e un faro verde in cima a fare da traguardo… o da partenza, dipende dai punti di vista. Mentre lo raggiungevo ho alzato il volume della musica e ho cominciato a cantare così forte che forse mi hanno sentito anche dall’altro lato dell’imboccatura del porto, dove un faro rosso gemello non lascia mai solo il verde.

E quindi? Quindi è il momento di fare il proprio “coming out”, di raccontare – se vi va – quali sono i “luoghi” in cui non eravate mai stati e dove trovate in questo momento la fibra delle emozioni condivise, che sono la brace sotto la cenere, che non si spengono mai, che sono pronte a riesplodere al primo colpo di vento, e il vento – prima o poi – arriva, basta avere pazienza. Ma da velista mi hanno insegnato che il vento si aspetta e non si chiede (io vi avevo avvertito che dicembre è mese difficile…).

E intanto? Intanto potremmo fare fare cooking out, uscire allo scoperto in cucina e soprattutto fare il vero “coming out of the closet”, facendo uscire dal cassetto tutte le scorte di cioccolato di cui disponiamo. Probabilmente, se tra le tante indagini su come sono cambiati i consumi in questi mesi, ce ne fosse una sul cioccolato, ci direbbe che è il momento giusto per cominciare a coltivare una piccola piantagione di cacao. Il cioccolato non basta mai e soprattutto esiste un decreto anche per i dolci al cioccolato: se non c’è qualcuno a cui offrirli i dolci sono come carezze non date. I dolci sono il “contrario di uno”, ai dolci si fa sempre un po’ di spazio perché coi dolci la fame non c’entra nulla. I dolci non arrivano mai alla pancia ma si fermano un po’ più su, si spalmano direttamente sul cuore come queste tre ricette che vi affido. E fino a che non potremo sprofondare di nuovo nelle poltrone di un cinema, e sospirare o ridere tutti insieme, ci sono capolavori del cinema da guardare e riguardare che il Cinepanettone… muto!


Colazione da Tiffany (1961)

NEW YORK CITY CHOCOLATE CHIPS COOKIES

Ingredienti x 20 biscotti

  • 210 g di farina
  • 125 g di burro
  • 100 g di zucchero di canna
  • 100 gr di zucchero bianco
  • 100 gr di gocce di cioccolato fondente
  • 1 uovo
  • 1⁄2cucchiaino di lievito per dolci
  • 1⁄2 cucchiano di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale

Se i dolci al cioccolato vanno cucinati e condivisi con qualcuno, con questi cookies ho esagerato. Era l’estate del 2012 e al Centro Velico Torreguaceto, dove ho conosciuto Elisabetta, era sbarcato per la prima volta il forno. Un forno professionale, multipiano, oggetto del desiderio per chi possiede un comunissimo forno da incasso 56×60, perché le dimensioni contano pure in cucina. Incurante che fosse un torrido mese di agosto, e ancora di più che ci fossero almeno una sessantina di persone in base che sentendo il profumo dei biscotti ne avrebbero voluto almeno uno, decisi di lanciarmi nella traversata dei cookies, pari come impegno e pazienza solo a una transoceanica in solitaria. Ognuno ebbe almeno un biscotto, ancora caldo e da allora in base i cookies sono noti come i Comandini. E così, da qualche settimana, ho ricominciato a infornare i Comandini e a regalarli, e sfiderò di nuovo l’agosto, i 30 gradi e tutto il resto quando un biscotto appena sfornato si potrà mangiare con sessanta persone intorno allo stesso tavolo.

Lavorare gli zuccheri con il burro a temperatura ambiente in una ciotola per 5 minuti, fino a ottenere una crema di colore chiaro, potete farlo con le mani, con una frusta elettrica o con la foglia della planetaria.
Aggiungere al composto la farina con il lievito, il bicarbonato e il sale.
Aggiungere anche l’uovo. Aiutarsi inizialmente con la forchetta per amalgamare uovo e farina e poi continuare a impastare con le mani. Aggiungere infine le gocce di cioccolato, mescolarle all’impasto, fare una palla e avvolgerla nella pellicola facendola riposare in frigo per un’ora Abbiate fiducia, l’impasto potrebbe sembrarvi un po’ appiccicoso ma non aggiungete farina, una volta che avrà riposato in frigo sarà perfettamente lavorabile. Infine, formare delle palline della grandezza di una noce e sistemarle ben
distanziate su una teglia foderata di carta da forno senza schiacciarle, max 9 palline per teglia che col calore si squaglieranno formando dei bellissimi biscotti rotondi e piatti.
Cuocere per 8 minuti a 180° in forno ventilato o finché i bordi risultano leggermente dorati ma al centro ancora chiari e morbidi. Sfornare, lasciar raffreddare e trasferirli in un piatto aiutandosi con una spatola piatta. Potete conservare i biscotti anche per 5-6 giorni in una biscottiera chiusa o in una scatola di latta e soprattutto potete confezionarli con un bel nastro e regalare biscotti e ricetta a qualcuno.


Chocolat (2000)

FROLLA CON GANACHE AL CIOCCOLATO DI ERNST KNAM E LAMPONI

Ingredienti x una torta in uno stampo da 22 cm (per 8 persone)

  • 150 g di farina
  • 75 g di zucchero
  • 1 tuorlo
  • 115 g di burro
  • 1 pizzico di sale
  • semi di vaniglia per aromatizzare (facoltativi)
  • 500 g
  • 220 ml di panna fresca liquida
  • 300 g di cioccolato fondente al 60% 300
  • lamponi e granella di pistacchio pe decorare

Spesso quando si invitano a cena gli amici li si incarica di portare vino e dolce (Csaba della Zorza inorridirebbe se mi sentisse ma me ne farò una ragione). Quando riesco, invece, mi piace cominciare i preparativi per una cena proprio dal dolce, che è quello che ti da la misura del tempo che serve per dedicarsi davvero a qualcuno. Il dolce, che più di tutto esprime un sentimento è allo stesso tempo esattezza, chimica, precisione. In pasticceria non si improvvisa e per questa torta ho scomodato sua maestà Ernst Knam per la ganache al cioccolato e ho preso in prestito la ricetta della pasta frolla di Quattro Quarti Torte, in assoluto il negozio di torte più buono di Milano dove assaggiare le creazioni di Elena, anche lei amica di vento.

Per la frolla fare una fontana con la farina e mettete al centro gli altri ingredienti, lo zucchero, il burro ammorbidito un po’ fuori dal frigo e tagliato a pezzetti, l’uovo, un pizzico di sale e i semi di vaniglia per aromatizzare l’impasto. Impastare velocemente e formare una palla, avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo per un’oretta. Poi tirarla fuori e stenderla, direttamente su un foglio di carta forno che poi si trasferisce all’interno di uno stampo a cerniera. Il guscio di frolla deve avere i bordi alti circa 4 cm. Si bucherella il fondo con una forchetta e si copre con un altro foglio di carta da forno su cui si versano dei fagioli secchi (o altri legumi secchi) per mantenere la forma. Si cuoce la frolla in bianco ma coperta in forno a 180° per 20 minuti, poi si eliminano i legumi e la carta da forno e si continua la cottura per altri 10 minuti. Mentre la frolla si raffredda si prepara la ganache al cioccolato in questo modo: si trita grossolanamente il cioccolato, si mette a bollire la panna e appena prende bollore si spegne e si toglie dal fuoco incorporando tutto il cioccolato. Bisogna mescolare a lungo perché all’inizio panna e cioccolato restano disgregati ma poi creeranno una crema meravigliosa. La ganache va versata ancora calda dentro il guscio di frolla, poi si decora con lamponi e granella di pistacchio e si lascia riposare 4-5 ore fuori dal frigo. 


A qualcuno piace caldo (1959)

CUORE MORBIDO 
ALLE NOCCIOLE E CACAO

Ingredienti x 8 cuori

  • 200 g di burro
  • 100 g di zucchero a velo
  • 100 g di nocciole
  • 40 g di farina
  • 40 g di cacao amaro
  • 4 amaretti (secchi)
  • 4 uova
  • 1 pizzico di sale
  • burro e zucchero di canna per imburrare gli stampini
  • 8 stampini di alluminio monodose

Questo cuore è il regalo di un’amica che è meglio non trovare mai come avversaria sul campo di regata ma che è anche una delle persone più generose che conosca. La prima volta che ho assaggiato questo dolce eravamo sulla sua terrazza a Torino e c’era anche Elisabetta. Da quella volta è diventato uno dei quei rifugi sicuri, antiatomico direi, quando si ha bisogno di nascondersi dietro una cortina di burro e zucchero e lasciare tutto il resto fuori.

Far ammorbidire il burro fuori dal frigo per un quarto d’ora, unirlo allo zucchero a velo e montarlo con le fruste per almeno 10 minuti.
In un contenitore a parte tritare finemente le nocciole con gli amaretti fino a farle diventare farina.
A questo punto incorporare alla crema di burro e zucchero le nocciole e gli amaretti tritati, la farina, il cacao, le uova, un pizzico di sale e amalgamare bene con le fruste per qualche minuto. Imburrare bene 8 stampini e spolverizzare con lo zucchero di canna, riempire – circa a metà – gli stampini e cuocere 8-10 minuti a 200° a forno ventilato.
Al taglio i dolcetti dovranno avere un cuore morbido, fondente. Cuocerne prima uno per verificare il tempo giusto per il vostro forno, poi continuare con tutti gli altri. Si possono anche congelare e cuocere successivamente infornandoli ancora ghiacciati in forno, in questo caso il tempo di cottura è di 12-13 minuti.

 

Laura, cosa ti fa stare veramente bene? "Il mare e cucinare!". Romagnola doc con il sale e la cucina nel dna, si divide tra Milano e la Romagna. Cucina da sempre e mette piede per la prima volta in barca nel 2007 al Centro Velico Torre Guaceto dove ha conosciuto Elisabetta, e da allora non è più scesa a terra... o quasi. Quando non è in barca anima una community di appassionati di cucina a cui apre la porta di casa per accoglierli intorno alla tavola dove, sotto la sua regia, fanno equipaggio ai fornelli diventando cuochi per una sera. Questo progetto ha viaggiato in tante cucine d'Italia in un vero e proprio tour e la prima tappa è stata Torino di cui Laura è molto innamorata.

Commenti (6)

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    Chiara

    Brava!! Bellissimo e… sfizioso!

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      Laura

      Grazie Chiara! Prova le ricette e scrivimi!

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    Antonella Torsello

    Bellissima analisi di pensiero. Molto toccante! Grazie per avermi trasmesso delle emozioni che condivido anche io in questo difficile e particolare momento.
    Non arrendiamoci e, aspettando il vento a favore, continuano a credere nei nostri valori e sogni.

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      Laura

      Antonella grazie a te per le tue parole. Restiamo in contatto qui per altri scambi.

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    Manuela

    Queste preparazioni al cioccolato le voglio provare tutte, subito… o quasi

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      Laura

      È il momento giusto per farlo, è dicembre ?

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