SUPERIORE

Pasqua a New York

Pasqua a New York

Correva l’anno dei miei 50… bè, solo 3 anni fa per la precisione, ma per quello che stiamo vivendo ora sembra un secolo. Sì, perché quello a New York è stato l’ultimo, lungo viaggio in totale spensieratezza, per di più combinato in una settimana e in compagnia della mia fedelissima “amica viaggerina” Laura! Inoltre, sono stati 5 giorni all’insegna delle botte di culo! Scusate il francesismo, ma davvero non saprei come altro definire una lunga serie di colpi di fortuna che hanno reso la mini vacanza oltreoceano particolarmente memorabile.

Premetto che non si è trattato di uno scambio casa, ma ve lo racconto lo stesso e vi auguro di poter fare una volta nella vita un viaggio simile, insieme ad una cara amica!

Decido all’ultimo momento di tornare a New York da mia figlia – ci sono già stata tre mesi prima a Natale con la famiglia – che sta vivendo la bellissima esperienza lavorativa di ragazza au pair presso una famiglia per un anno, e farle una sorpresa. In quella stessa settimana compirò 50 anni e così anche la mia amica; ne parliamo quindi ai mariti (come quella volta a Stoccolma, vi ricordate?) e con il loro benestare partiamo alla volta della grande mela.

Per un’amante dei viaggi come me non c’è modo migliore per celebrare un compleanno così importante; partire per New York e passare 5 giorni con mia figlia che non vedo da mesi e la sua migliore amica di liceo, anche lei au pair in una famiglia nella sua stessa zona. Sono letteralmente elettrizzata!

In quei cinque giorni sembriamo quattro trottole: dentro e fuori dai negozi e grandi magazzini, shopping nel più grosso spaccio di grandi marche a comprar regali per la famiglia e per i vari diciottesimi degli amici dei figli (Century 21), appetitosi brunch ai tavolini di Bryant Park a metà mattina baciate dal sole primaverile, visite ai quartieri più autentici, passeggiate senza fretta in Central Park, sosta al mitico Gran Central Terminal brulicante di persone, caffè in Tribeca, attraversamento a piedi del Ponte di Brooklyn fino a Dumbo e foto al Flat Iron o all’Oculus del World Trade Centre…per fortuna il tempo ci accompagna!

La seconda sera Nena ci porta a cena a Soho, in un minuscolo ristorantino (6 tavoli) di tre ragazzi italiani, Piccola cucina, dove mangiamo come se fossimo in un’osteria a Trastevere, passando la serata a chiacchierare e ad ascoltare i suoi racconti di vita newyorchese.

Nei giorni successivi notiamo che la fortuna gira dalla nostra parte, a partire dalla mattina di Pasqua; ci rechiamo infatti verso la St.Paul’s Cathedral, sulla Fifth Avenue, una buona mezz’ora prima dell’inizio della messa pasquale, tutte trulle!

Arrivate lì però vediamo che la coda per assistere alla messa fa tutto il giro dell’isolato; ci saranno almeno duecento persone in fila sui tre lati della cattedrale! Mentre ci confrontiamo sul da farsi, ci accorgiamo che le persone hanno in mano un ticket di prenotazione (gratuita) senza il quale non c’è proprio speranza di entrare. Ed ecco la I botta di cul: una signora in coda nel primo isolato della fila – quello vicino all’entrata – ci sente parlare e ci chiede se vogliamo i suoi tre biglietti perché le è insorto un impegno improvviso e non può rimanere! Non uno o due, giusto tre, come noi. Martina, l’amica di Nena, ci raggiungerà per pranzo dopo. Morale, assistiamo sedute alla messa solenne di Pasqua celebrata dal Cardinale di New York e trasmessa in mondovisione, senza aver prenotato. Molto suggestiva!

A pranzo – su suggerimento di un amico di Laura, pittore italiano residente lì – decidiamo di recarci nella più buona hamburgeria di Tribeca (non proprio un pranzo pasquale, ma tant’è), dove ci capita la II botta di cul e cioè il pranzo interamente offerto dal locale; sì perchè il quarto hamburgher arriva con Video de entrenamiento de brazos de mr.olympia phil heath de the npc photo gym – evolución del culturismo sildenafil como se toma integrative bodybuilding: peri workout recovery supplementation (part 2) / elite fts. 10 minuti di ritardo rispetto agli altri e, nonostante noi non ce ne lamentiamo minimamente, la cameriera si scuserà moltissimo omaggiandoci l’intero pranzo!!

E due!

Ah, dimenticavo: tutte le sere la direzione del nostro hotel – situato talmente sotto il Chrysler Building che ce ne accorgeremo solo tre giorni dopo – offre ai suoi ospiti l’aperitivo free al 20esimo piano, a base di parmigiano, grissini, prosecco ecc. con una vista pazzesca sullo skyline di Manhattan al tramonto.

Inutile dirvi la semi-piomba che io e Laura ci prendiamo la sera del nostro arrivo – in pieno jet lag – dopo il quale ci stendiamo sul letto “…solo mezz’oretta e poi andiamo a cena..” e sul quale invece ci risveglieremo solo la mattina successiva, ancora vestite! Ma il bello è proprio questo, non avere pensieri, orari, figli a cui badare e mariti a cui – aspettate che scelgo il termine giusto – rendere conto!!

Il pomeriggio che Nena ci porta da Century 21, dove tutto è scontato al 70% , non posso non accennarvi al capo di abbigliamento firmato che la cassiera – particolarmente impegnata a chiacchierare con noi e quindi molto distratta – infila nella borsa insieme agli altri capi, dimenticandosi di batterlo in cassa; noi ci guardiamo un secondo con Laura e le ragazze e conveniamo telepaticamente che sarebbe indelicato interromperla, optando così per il silenzio e raggiungendo il traguardo della III botta di cul !

E ora, senza indugi, andrei dritta alla IV b.d.c. e cioè al cambio di posto sul volo di ritorno, dovuto al non funzionamento dello schermo sul sedile davanti a Laura, cosa che ci ha fatto guadagnare due posti con gambe libere vicino ai portelloni che, in un volo di 9 ore, vi garantisco fa la differenza!

Ma siete pronti per la V botta di cul, quella con la B maiuscola?

Arriviamo a Parigi dove c’è la nostra coincidenza per Torino. Quel giorno, però, gran parte delle compagnie aeree dei maggiori scali europei sono in sciopero e così ci vediamo annullato anche il nostro. Il giorno dopo dovrei rientrare a scuola e Laura in ufficio, e così’ avvertiamo famiglie e datori di lavoro che la compagnia aerea si farà carico di riproteggerci su un altro volo e che passeremo la notte in un hotel a sue spese.

Uffa, non ci voleva! Iniziamo a pensare che è il giusto controbilanciamento per compensare le varie fortune avute e ci ridiamo sopra. Dopo qualche ora ci smistano in piccoli bus e taxi per portarci nei vari hotel, quelli che si trovano intorno all’aeroporto. Io e Laura saliamo su un taxi e ci affidiamo al tassista che ha disposizioni precise.

Dopo una buona mezz’ora, però, ci accorgiamo che stiamo uscendo da Parigi e comunque dalla zona aeroportuale e iniziamo a guardarci un po’ dubbiose. Chiedo al tassista dove stiamo andando, ma lui ci dice di non preoccuparci. Mah!! Speriamo bene.

Dopo un’ora di viaggio siamo ormai in aperta campagna e noi sempre meno tranquille… finché, finalmente, il taxi imbocca un lungo viale alberato che costeggia un lago e un villaggio molto carino. Al fondo del viale – udite udite – compare, come per magia, un… castello fiabesco!

E niente, siamo capitate nel paese di Chantilly, dove il Re aveva le sue scuderie reali – ancora visitabili e grandiose – e dove nacque appunto la crema chantilly. E quello è un castello trasformato in hotel de charme, dove io e Laura passeremo la notte, ognuna nella propria camera.

Ci guardiamo incredule: siamo partite sotto la neve – sì, quella mattina a New York nevicava – e ci ritroviamo in un castello nella campagna francese la sera stessa. Ridiamo stanche morte ma euforiche; poi informo Nena e la sua amica dell’ultima stra botta di cul di quella vacanza memorabile!

Dopo una doccia ristoratrice, Laura ed io passeggeremo per le viuzze lastricate di quel meraviglioso paesino e ceneremo in un piccolo bistrot sulla piazzetta principale, gustandoci un sorprendente plat du jour di foie gras e verdure croccanti, brindando ai nostri 50 anni e a un viaggio che rimarrà nei nostri cuori a lungo.

Chiara Peracchio è un’insegnante di Francese presso una scuola media in un paese della collina di Torino. Amante da sempre dei viaggi e delle lingue straniere, ogni volta che ne ha la possibilità fa le valigie e parte col marito e i tre figli – anche se grandi si accodano sempre volentieri - per qualche nuova destinazione! Ma non come fanno tutti, bensì in modalità “scambio casa” o “homeswapping”, un modo low cost di fare vacanza che ormai pratica da quando lo ha scoperto per puro caso una quindicina di anni fa. Da allora, ne è talmente entusiasta che non riesce più a smettere, tanto più che a ogni scambio ha la possibilità di vivere in case bellissime, appagando anche il suo lato “décor-addicted”! In questa rubrica ce ne darà qualche assaggio, con utili tips di viaggio, dettagliate descrizioni di interni caldi e accoglienti, terrazze soleggiate o caminetti scoppiettanti. Seguitela, e ne vedrete delle belle!

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